La storia




Nella Pianura Padana a 25 km da Torino, poco distante dalle colline bagnate dal Po, si estende Betlemme, unico in Italia ed in Europa; conta circa 500 abitanti.
Betlemme è a 2 km di distanza dal comune di Chivasso ed è interessante il suo nome:  richiama il luogo che diede i natali al Figlio di Dio.
Esso fa ancora parte del “verde canavese” ed è un paesino avvolto di umiltà e semplicità, molto simile al paese di Gesù Bambino. Simbolo di Betlemme è l’alto campanile con il suo imponente orologio.
Il Santuario di Gesù Bambino e le casette sorgono in una distesa verdeggiante a cui fa da splendida cornice pittoresca una collinetta ricca di fitta e rigogliosa vegetazione, denominata Torre di Borghetto. La parte occidentale, oltre la collinetta, presenta ancora l’aspetto più antico e viene chiamata Borghetto.

Non è possibile descrivere l’origine storica di Betlemme. Pare avvolta in un mistero.
Già nel lontano 1867 qualcuno ha tentato di risalire alle origini della Frazione.
Nelle nostre ricerche siamo venuti  a conoscere alcuni dati storici molto importanti, che hanno fatto luce sul passato. Nel libro “Monasteri dell’Alta Italia” abbiamo scoperto una nota di non poco valore che parla di una “antica Priorata con annesso Ospedale”  verso il 1000.
La Priorata, a quell’epoca, era un Monastero di Religiosi. Questo Monastero aveva annesso un Ospedale che serviva ad accogliere i pellegrini che dall’Europa del Nord scendevano in Italia per visitare Betlemme. In quei lontani tempi numerosissimi erano i pellegrini che a piedi percorrevano grandi distanze per raggiungere i luoghi della fede. Lungo le strade non mancavano questi Ospedali, che alloggiavano i pellegrini e curavano gli infermi.
Il “nostro” Monastero aveva una chiesa dedicata a Gesù Bambino (forse deriva da qui l’associazione di Betlemme italiana con quella di Terra Santa, in quanto Gesù Bambino provò il disagio del lungo camminare e soffrì il diniego dell’ospitalità). Del resto anche Betlemme di Terra Santa era luogo di passaggio per le carovane che da Gerusalemme scendevano in Egitto. Per questo era stata costruita una struttura per permettere una sosta tranquilla alle carovane.
Ancora nel 1400 una vera moltitudine di persone si recava ad onorare la “nostra” Natività di Gesù italiana.
Questo fatto ci conferma che la devozione a Gesù Bambino nella località denominata Betlemme è antichissima da secoli.

Intorno agli anni ‘40 i Coniugi Piatti lasciarono un terreno ed un capitale per la erezione di una Scuola materna, ma la guerra con la svalutazione del denaro impedì tale realizzazione. I tempi bui del conflitto distolsero la mente dalla costruzione dell’asilo. Intanto si avvicinava sempre di più il tempo della scadenza del legato. Tutto sarebbe passato agli eredi dei coniugi Piatti.
Fu nel 1950 che il cappellano, che sognava un oratorio alla maniera salesiana, smosse le acque; lanciò l’idea di iniziare la costruzione di un Salone Asilo dedicato agli illustri benefattori con la speranza di proseguire, un tempo non lontano, alla realizzazione della scuola materna secondo la volontà del testamento. Nel 1951 ci fu l’inaugurazione e da allora il nostro asilo accoglie tutt’oggi tanti bimbi, anche quelli delle frazioni circostanti.
Il 13 novembre 1955, alla presenza delle autorità di Chivasso e di quelle scolastiche, venne inaugurata la nuova sede delle Scuole elementari. Negli anni precedenti la scuola aveva sede provvisoria in un locale del Salone Oratorio. Da molto tempo si aspettava questa realizzazione.

Fino a quegli anni, la Messa di mezzanotte non c’era, quindi a Natale non si faceva né più né meno quello che si faceva in tutte le parrocchie della Diocesi di Ivrea. Solo le Chiese Parrocchiali avevano il privilegio di celebrare nel cuore della notte il mistero della natività di Gesù Bambino. Infatti molti fedeli partivano per andare in Duomo a Chivasso ad assistere al fascino della notte santa.
Nel 1958 si fece strada la pallida idea di valorizzare in modo più rimarcato la circostanza natalizia.
“A Betlemme (così si ragionava con semplicità) Natale deve essere più ricco di carica interiore ed esteriore… Non è possibile che un paese che si vanta di avere un nome così importante si limiti a celebrare il Natale come lo celebrano ovunque!”.
Quest’idea, col trascorrere del tempo, diventò una realtà viva e trascinante.
Invitiamo tutti ad assistere alla magia della notte del 24 dicembre, notte in cui nella nostra piccola chiesetta, ogni anno, la funzione religiosa inizia alle ore 23, in contemporanea con Betlemme vera e viene trasmessa su Rete Canavese. Notte in cui gli abitanti del paese impersonificano la Sacra Famiglia con il presepe vivente, i bambini dedicano dei canti a Gesù Bambino, la Grotta è addobbata a festa ed il Presepe meccanico offre il ciclo completo della giornata: dall’alba, al tramonto, al buio.

Il 1963 fu l’anno dei primi contatti con il Commissariato Francescano di Palestina per concretizzare il desiderio del gemellaggio con Betlemme di Terra Santa. Sempre nel 1963, alla vigilia di Natale, a Betlemme arrivò la RAI e nel telegiornale della sera fu fatto conoscere il paese unico in Italia chiamato Betlemme.
Il 1966 rimarrà nella storia di Betlemme come l’anno più bello ed emozionante. Il pellegrinaggio in Palestina avvenne tra il 28 febbraio ed il 5 marzo. Partirono novanta betlemmiti.
L’apertura delle celebrazioni riguardanti il fatto storico avvenne nel mese di gennaio. Il momento più folcloristico fu quello dei palloncini multicolori lanciati liberi per il cielo recanti messaggi augurali di pace a tutto il mondo.
Il pellegrinaggio visitò la chiesa della Natività e sotto la guida delle autorità civili e religiose giordane, i fedeli scesero nella grotta per celebrare la Messa, al termine della quale ci fu la benedizione della statua di Gesù Bambino.
A Caselle la sera del 5 marzo ad attendere l’arrivo di Gesù Bambino e dei pellegrini c’era tutta Betlemme. Una scena impressionante.
Quella statuetta è presente ancora oggi nel Santuario ed è possibile baciarla a Natale al termine della messa di Mezzanotte.
Non a caso il paese si sviluppa ai lati di una strada principale dal nome “via 3 marzo 1966”!

I lavori di restauro e di ampliamento della Chiesa ebbero inizio alla fine di agosto ’67. Si voleva costruire una grotta identica alla grotta di Terra Santa venerata nel pellegrinaggio, da scavarsi all’interno della Chiesa, a forma rettangolare, di 12,30 m di lunghezza e di 3,50 m di larghezza, con le due scale che dalla Chiesa portavano alla grotta stessa, davanti all’altare della Natività con la stella argentea. Così fu! Un gruppo di volontari del paese (nostri nonni e bisnonni) diedero le prime picconate di abbattimento guidati da un ottimo capomastro…

La festa patronale di Santa Margherita  fino al 1870 circa si celebrava in luglio, ma siccome la stagione era caldissima ed i lavori campestri assai urgenti, i betlemmiti ebbero l’autorizzazione dal Vescovo di Ivrea di celebrarla il secondo lunedì di ottobre. Con gli anni l’evento fu spostato al secondo lunedì di novembre, finché, ai giorni nostri si aprono i festeggiamenti il secondo venerdì di giugno e si chiudono due giorni dopo, ovvero la seconda domenica di giugno.

Betlemme ha tanto da raccontare, ma non vogliamo tediare il lettore, ragion per cui lo ringraziamo per essere arrivato alla fine della lettura della nostra breve storia e lo comprendiamo se preferisce saltare questa parte introduttiva per venire a conoscerci meglio attraverso le altre sezioni del nostro blog.



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